Negli ultimi anni, il settore blockchain ha visto una rapida evoluzione, con la nascita di nuove tecnologie volte a migliorare scalabilità, interoperabilità ed esperienza utente. Tuttavia, l'ecosistema rimane frammentato, con numerose blockchain che operano indipendentemente, creando complessità per utenti e sviluppatori.
È qui che entra in gioco il concetto di chain abstraction: un paradigma emergente che mira a semplificare l'interazione con la blockchain, eliminando le barriere tecniche tra diverse reti e offrendo un'esperienza più fluida e unificata.
Grazie a questa innovazione, gli utenti possono interagire con più blockchain senza preoccuparsi di dettagli come compatibilità, liquidità o gestione delle chiavi private.
In questo articolo, esploreremo il concetto di chain abstraction, il suo impatto sull'ecosistema blockchain e i principali progetti che stanno lavorando per renderlo una realtà. Dall'integrazione di account universali all'ottimizzazione della scalabilità tramite Superchain e AggLayer, analizzeremo come queste soluzioni stanno costruendo le fondamenta per un futuro in cui la blockchain sarà più accessibile e connessa che mai.
L’usabilità dei servizi blockchain rimane un tema cruciale.
Nonostante i continui sforzi per migliorare la user experience, la blockchain è ancora distante dai servizi mainstream come Instagram. Anche gli esperti del settore faticano a rispondere con un semplice “sì” alla domanda: “I servizi blockchain sono facili da usare?”
Il problema va oltre la semplice interfaccia utente e riguarda una questione più profonda: l’infrastructure fragmentation. L’esistenza di numerose blockchain impone agli utenti di acquisire nuove conoscenze per gestire aspetti complessi come il wallet key management, l’interazione con le decentralized applications e la gestione di asset su più network.
Questa frammentazione porta alla dispersione di utenti e liquidità tra più protocolli, rendendo difficile anche per gli utenti esperti tenere il passo. Il risultato è un ecosistema frammentato in cui capitali e utenti sono distribuiti tra più chain, complicando l'interoperabilità e la seamless user experience.
Sabino, un nuovo utente Web3, si trova ad affrontare diverse difficoltà nell’interazione con la blockchain:
Wallet Creation: Installa MetaMask e deve proteggere la seed phrase da 12 parole. È la sua prima esperienza con la gestione delle chiavi private.
Acquisition of Assets: Acquista Ethereum ($ETH) su un centralized exchange (CEX) e lo trasferisce su MetaMask, pagando per la prima volta delle gas fees.
NFT Purchase: Trova un NFT su OpenSea ma fatica a comprenderne il valore, essendo quotato in ETH.
Exploration of Other Chains: Incuriosito da Solana per le transazioni più rapide e le fee più basse, decide di esplorare questa blockchain.
Asset Bridging: Per spostare il suo ETH su Solana utilizza Jupiter, ma fatica a comprendere il concetto di cross-chain transactions e le fee aggiuntive.
Multi-Chain Asset Management: Ora detiene asset su Ethereum e Solana, ma il continuo passaggio tra wallet e network diventa un problema.
dApp Usage: Per utilizzare una dApp su Solana, deve nuovamente eseguire il bridging dei suoi asset, trovando il processo frustrante.
Questo scenario evidenzia come la curva di apprendimento per un utente Web3 sia ripida e complessa, molto più di quanto accada con i servizi Internet tradizionali. La soluzione non può limitarsi al miglioramento dell’UI/UX, ma deve affrontare la radice del problema: l’infrastructure fragmentation.
Nel maggio 2023, la Everclear Foundation (ex Connext) ha introdotto il concetto di chain abstraction, un tentativo concreto di risolvere il problema dell’infrastructure fragmentation. L’idea alla base è quella di nascondere all’utente le complessità dell’interazione con diverse blockchain, eliminando la necessità di operazioni manuali.
Diverse realtà come Everclear, NEAR Protocol e Particle Network stanno sviluppando soluzioni per implementare questa tecnologia, riconoscendone il ruolo chiave per l’adozione mainstream della blockchain. Tuttavia, il termine abstraction può risultare complesso per chi non ha familiarità con la terminologia tecnica.
Il concetto di abstraction, originario della filosofia, è ampiamente usato in informatica. In sostanza, permette di semplificare processi complessi, mostrando all’utente solo le informazioni essenziali e nascondendo il resto.
Esempi comuni includono la guida di un’auto – dove ci si concentra su sterzo e pedali senza conoscere il funzionamento del motore – o l’uso di uno smartphone, dove le app interagiscono con il sistema operativo senza che l’utente debba comprenderne la struttura interna.
La chain abstraction applica lo stesso principio alla blockchain, permettendo agli utenti di accedere ai servizi Web3 senza doversi preoccupare di dettagli tecnici come wallet switching, gas fees e cross-chain swaps.
Per risolvere il problema dell’infrastructure fragmentation, diversi aspetti della blockchain possono essere semplificati attraverso la chain abstraction:
Account & Wallet Management: Oggi gli utenti devono gestire più wallet su diverse chain, come avere conti bancari in istituti diversi. Una UI unificata dovrebbe mostrare tutti gli asset senza necessità di switch tra network.
Gas Fees Management: Attualmente, ogni blockchain richiede il proprio gas token. Un sistema più intuitivo consentirebbe agli utenti di pagare le commissioni con qualsiasi asset.
Cross-Chain Interactions: Oggi interagire con dApp su blockchain diverse è complesso quanto ottenere un visto per viaggiare in un altro paese. Gli utenti dovrebbero poter interagire con qualsiasi dApp senza preoccuparsi della blockchain sottostante.
Developer Experience: Sviluppare su più blockchain è oneroso, poiché ogni network ha requisiti specifici. Un framework unificato semplificherebbe la creazione di applicazioni cross-chain.
Liquidity Management: Attualmente, la liquidità è dispersa su più blockchain, rendendo difficile la gestione degli asset. Un meccanismo unificato consentirebbe una gestione centralizzata degli asset multi-chain.
Diversi progetti stanno lavorando sulla chain abstraction, affrontando vari livelli dell'infrastruttura blockchain. Come discusso in precedenza, la chain abstraction consiste essenzialmente nel semplificare molteplici componenti, e i diversi progetti adottano approcci differenti per raggiungere questo obiettivo.
Alcuni si concentrano sull'astrazione di aspetti specifici della blockchain, mentre altri mirano a una abstraction completa di tutte le funzionalità. Sebbene un'astrazione totale della chain non sia ancora stata raggiunta, molti progetti stanno facendo progressi verso questo obiettivo comune.
Particle Network: Basato sui Universal Accounts, Particle Network fornisce un'interfaccia account unificata per tutte le blockchain supportate. Grazie alla sua funzionalità Universal Liquidity, consente di avere un saldo unico e aggregato, mentre con Universal Gas permette il pagamento delle commissioni utilizzando diversi token.
NEAR Protocol: Il cuore di NEAR è la sua tecnologia Chain Signature, che consente agli utenti di accedere a più blockchain con un unico account NEAR. Inoltre, NEAR migliora la sicurezza grazie alla tecnologia Multi-Party Computation (MPC), rendendo la gestione delle chiavi private più sicura ed efficiente.
Optimism: Basato sulla tecnologia OP Stack, Optimism introduce il concetto di Superchain. Integra diverse blockchain costruite con OP Stack per formare una rete che condivide asset e liquidità, ponendo un forte focus su scalabilità e interoperabilità.
Polygon: Attraverso la tecnologia AggLayer, Polygon collega le blockchain create con il Polygon CDK e tutte le chain che scelgono di aderire all'AggLayer. Questo livello aggrega dati da più blockchain, consentendo una comunicazione efficiente con la mainnet di Ethereum e migliorando la scalabilità e l'interoperabilità delle soluzioni Layer 2.
Ognuno di questi progetti affronta un aspetto distinto della chain abstraction: alcuni si concentrano sul miglioramento dell'interoperabilità, mentre altri mirano a semplificare l'esperienza utente. Insieme, stanno gettando le basi per un ecosistema blockchain più coeso. Con il progredire di questi progetti, la loro integrazione e collaborazione potrebbero portare, in futuro, a un'infrastruttura blockchain completamente astratta.
Particle Network si distingue per un approccio olistico alla chain abstraction, mirato a semplificare l'infrastruttura blockchain. Piuttosto che creare una blockchain alternativa, Particle Network fornisce un'infrastruttura sottostante per la gestione degli account.
Universal Accounts (UA): Consentono agli utenti di accedere a più blockchain con un singolo account, analogamente all’uso di un’e-mail per più siti web.
Universal Liquidity: Permette agli utenti di mantenere un unico saldo unificato, semplificando le transazioni cross-chain.
Universal Gas: Elimina la necessità di possedere token gas specifici, consentendo agli utenti di pagare le fee con qualsiasi token disponibile.
Queste soluzioni migliorano drasticamente la user experience, abbassando la barriera d’ingresso per i nuovi utenti Web3.
L’infrastructure fragmentation è uno dei principali ostacoli all’adozione di massa della blockchain. La chain abstraction rappresenta una soluzione concreta, riducendo la complessità dell’interazione con le blockchain e migliorando l’esperienza utente.
Progetti come Particle Network, NEAR Protocol e Everclear stanno costruendo un ecosistema più accessibile, ponendo le basi per il futuro del Web3. Se questi sviluppi continueranno a evolversi, la blockchain potrà finalmente competere con i servizi digitali tradizionali, rendendo la tecnologia più intuitiva e fruibile per tutti.