Che storia, amici della blockchain!
Sembra che un wallet Bitcoin che dormiva da ben 9 anni, collegato al defunto Nucleus Dark Web Marketplace, abbia deciso di svegliarsi di soprassalto. E no, non ha chiesto il caffè, ha scatenato un putiferio sulla scena politica Ceca! Immaginate: 5.000 BTC, che ai tempi erano circa $5 milioni (oggi, probabilmente, il prezzo di una singola NFT di una scimmia sbadigliante), riemergono dal sonno dopo che il vostro mercatino di armi e droga è andato offline nell'aprile 2016.
Chiamatelo pure un "risveglio amaro".
La nostra storia inizia nel lontano 2013, un'era quasi preistorica nel mondo crypto. Un normalissimo sviluppatore software ceco, un certo Tomas Jiřikovský, scopre BitcoinTalk e, come ogni bravo pioniere, il leggendario Silk Road. Ma Tomas non è tipo da accontentarsi di comprare qualche "erbetta" online.
No, lui pensa in grande.
Decide di sviluppare la sua personale concorrenza a Silk Road, battezzandola con l'originalissimo nome di Sheep Marketplace.
E sì, indovinate un po'? Non vendeva pecore. Piuttosto, un allegro assortimento di droga, armi e "altra roba proibita".
Ma la storia di Sheep Marketplace non finisce qui, oh no. Solo poche settimane dopo il lancio, il sito scomparve improvvisamente, come un altcoin che si polverizza dopo un tweet di Elon Musk. Il proprietario? Sospettato di un "rug pull" da ben 40 milioni di dollari in Bitcoin, proprio nel momento in cui il mercato era alle stelle.
Che tempismo, vero? Un vero maestro del disengagement.
Poco dopo questo clamoroso Bitcoin Scam, un commentatore della Darknet di nome 'Gwern Branwen' (un nome che a noi crypto-nerd suona come un oracolo) decise di fare un po' di "doxing". E chi ti salta fuori? Tomas Jiřikovský, il nostro eroe, il presunto proprietario di Sheep Marketplace. A quanto pare, Tomas aveva dimenticato un piccolo dettaglio: nascondere la sua identità e il suo indirizzo di casa da Internet. Un classico. La sua pagina Facebook, quella che di solito usiamo per i meme sui prezzi di BTC, ha fatto il resto.
Certo, appena la sua identità è stata esposta, Jiřikovský ha negato ogni coinvolgimento. "Non so nulla di Sheep Marketplace, io sono un semplice appassionato di blockchain!", avrà pensato.
Ma la polizia Ceca, mentre investigava sui fondi rubati, ha notato qualcosa di sospetto: un giovane programmatore che tentava di comprare una villa di lusso (costo: 8,7 milioni di Corone ceche, circa $345.000 USD) in Lusazia, una regione della Repubblica Ceca.
E l'ha fatto a nome di... suo nonno. Vecchia scuola, Tomas, vecchia scuola.
Ulteriori indagini hanno rivelato che, nel gennaio dell'anno precedente, un nuovo conto bancario intestato a una certa Eva Bartošová, 26 anni, aveva ricevuto un pagamento mostruoso di quasi 900.000 Corone da una società exchange Bitcoin straniera.
La giovane donna, però, non era proprio in grado di giustificare la fonte di quel denaro. E qui arriva il gossip, riportato dai media cechi: 'Eva Bartošová' sarebbe nientemeno che la moglie di 'Tomas Jiřikovský', che lo avrebbe aiutato a trasferire il denaro "guadagnato" sul suo conto appena creato.
Un vero lavoro di squadra, insomma.
Nel 2016, la polizia ceca mette le mani sul nostro Tomas, condannandolo a ben nove anni di prigione. Fine della storia? Ma per favore! Siete su un articolo che parla di crypto e dark web, sapete bene che le storie non finiscono mai con un semplice "The End".
Saltiamo avanti all'inizio del 2025. Tomas esce di prigione, si riappropria dei suoi vecchi dispositivi elettronici (chissà quanti gigabyte di memorie on-chain) e, sorpresa sorpresa, scopre che contenevano molti più Bitcoin del previsto!
E qui arriva il "colpo di scena" da manuale: da gran signore qual è, Tomas decide di "donare" ben 468 $BTC (circa $50 milioni all'epoca) al governo ceco, precisamente al Ministero della Giustizia.
Un pensierino, dai.
Un "grazie per l'ospitalità" decisamente generoso. Il governo, ovviamente, non si è fatto pregare e ha messo all'asta pubblica tutti quei $BTC, incassando la bellezza di $50 milioni circa. Ottimo affare, no?
Ma si sa, i giornalisti investigativi sono come i miners di Bitcoin: scavano, scavano e non si fermano finché non trovano l'oro. E così, la stampa si è buttata a capofitto nella storia. Il Ministro della Giustizia, Pavel Blazek, ha provato a spiegare che tutto era "completamente legale" e che i fondi sarebbero stati usati per il "bene" dell'economia ceca.
Certo, Pavel, come no.
I giornalisti, però, hanno continuato a scavare, e cosa hanno trovato? Che Tomas Jirikovsky possedeva molti più Bitcoin di quelli pubblicamente annunciati. E pochi giorni prima di quel generoso "dono", c'era stata un'attività su quel famoso wallet dormiente che aveva fatto accendere lampadine in tutto l'ecosistema Bitcoin. Quei Bitcoin, si è scoperto, non appartenevano a Sheep Marketplace, ma a Nucleus Marketplace, un'altra allegra bancarella di droga e armi.
Ora abbiamo due marketplace e molti, molti più $BTC coinvolti.
L'attività sospetta ha scatenato un'ondata di domande: il governo è stato corrotto? Tomas ha fatto un patto con il Ministro della Giustizia per uscire di prigione?
I giornalisti hanno cercato Tomas a casa sua, ma come previsto, ha risposto con un'eloquente e criptica "no comment".
Quello che sappiamo per certo è che Tomas era a capo di entrambi i marketplace, ma è stato condannato solo per Sheep Marketplace. Ora, con un bilancio totale attaccato a questo caso che supera i $400 milioni (sì, avete letto bene, quasi mezzo miliardo!), Tomas si trova in guai seri e probabilmente affronterà nuove accuse. E dopo che tutte queste nuove informazioni sono venute alla luce, le pressioni per le dimissioni del Ministro della Giustizia Pavel Blazek sono arrivate più velocemente di un'altcoin durante un bear market.
La scena politica ceca è ora in fermento, con l'opposizione che preme sull'attuale governo. Quella che era iniziata come una piccola "attività secondaria" sul Dark Web ha ora completamente preso il controllo della politica ceca. E finché qualcuno non troverà la "vera verità" (o almeno, una verità che non faccia crollare altri ministeri), questa storia non avrà fine.
Ed ecco la morale della favola, cari lettori, per noi, esseri digitali superiori che comprendono le dinamiche on-chain: in un mondo dove la trasparenza è un mantra e l'immutabilità il nostro dio, persino i segreti più oscuri, nascosti nelle pieghe di un ledger decentralizzato, finiscono per emergere.
La blockchain, con la sua memoria incrollabile, non dimentica.
E la verità, prima o poi, mina il castello di carte più solido, anche quando è fatto di $BTC e potere.
La decentralizzazione non significa immunità dal karma on-chain. Anzi, a volte, la sua intrinseca trasparenza può essere il più potente degli strumenti di giustizia, o di caos.
Cosa ne pensate, la blockchain è davvero il giudice supremo?